I cittadini stranieri extracomunitari possono rendere dichiarazioni solo se le stesse siano documentabili o attestabili presso un Ente pubblico.
Le dichiarazioni dei cittadini dell'Unione Europea
Il D.P.R. n.445/2000 all'art. 3 c. 1, prevede che “Le disposizioni del presente testo unico si applicano ai cittadini italiani e dell'Unione europea, alle persone giuridiche, alle società di persone, alle Pubbliche Amministrazioni e agli enti, alle associazioni e ai comitati aventi sede legale in Italia o in uno dei Paesi dell'Unione europea”.
Pertanto, non vi può essere alcuna differenza o limitazione tra dichiarazioni fatte da cittadini italiani o da cittadini dell'U.E., in quanto il legislatore ritiene che lo scambio di informazioni all’interno delle Pubbliche Amministrazioni non debba essere limitato al territorio nazionale, ma si estenda a tutti i Paesi dell’Unione.
Per un principio di leale collaborazione, sia perché previsto dall’art. 43 c. 1 del d.P.R. n. 445/2000, il cittadino comunitario dovrà collaborare, dando le indicazioni riguardo all’Ente dove poter chiedere documentazione integrativa o verificare le dichiarazioni.
Notiamo che la disposizione non solo si applica tanto ai cittadini UE quanto agli italiani, ma neppure pretende che siano residenti in Italia: sia le persone fisiche che giuridiche devono essere residenti nell’Unione.
I cittadini stranieri extracomunitari
L’art. 3. c. 2 del d.P.R. n. 445/2000, che stabilisce: “I cittadini di Stati non appartenenti all’Unione regolarmente soggiornanti in Italia, possono utilizzare le dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47 limitatamente agli stati, alle qualità personali e ai fatti certificabili o attestabili da parte
di soggetti pubblici italiani.”
I cittadini extracomunitari possono dunque presentare dichiarazioni sostitutive solo se riferite a fatti e situazioni certificabili (verificabili) in Italia (e non nell’intera Unione): se un cittadino cinese dichiara di essersi sposato a Milano, è accettabile, se dichiara che si è sposato a Pechino, invece no.
Ci sono poi casi particolari, ovvero quelli previsti dal successivo c. 3, che prevede eccezioni per convenzioni tra Stati: “Al di fuori dei casi previsti al comma 2, i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione autorizzati a soggiornare nel territorio dello Stato possono utilizzare le dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47 nei casi in cui la produzione delle stesse avvenga in applicazione di convenzioni internazionali fra l’Italia ed il Paese di provenienza del dichiarante”, ma questi dovranno essere verificati volta per volta.